Mercoledì, 27 Novembre 2024 | raimondi's blog |
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In pieno quartiere universitario, zona Piazza Bologna/Policlinico, è nato Abitudini & Follie, un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata. Il ristorante si trova in zona Piazza Bologna/Policlinico, ed è un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata. “Siamo un tipico locale storico che io e Gianluca abbiamo aggiornato in chiave moderna, mantenendo però la cucina tipica romana – ci dice Francesca, una dei due titolari -, facendone un originale coffee bar, un locale piacevole per pause dessert con un accogliente open pace per un aperitivo o una degustazione di vini. Nel locale un piatto di cui non possiamo non parlare e la “cacio e pepe” rivisitata con gamberi rosa e lime,, ma è molto popolare anche la Pinsa con un impasto di 3 farine: soia frumentò e riso, ed una lievitazione di più di 48 ore, farcita anche qui con piatti tipici romani. Abbiamo poi una proposta di Street Food chiamata “Saccoccia romana.” In questo contesto si tiene la conferenza stampa , che prevede, fra gli altri temi, anche la degustazione dei salumi equini di Giovanni Coppiello ( gli sfilacci e la bresaola) in uno dei piatti 'storici ' della Capitale : la pinsa romana. L’azienda Coppiello Giovanni ha una lunga storia fatta di passione e ragione. Passione per il proprio lavoro. Passione per selezionare i tagli migliori di carne equina scegliendo personalmente quelli di prima scelta di puledro o di cavallo adulto. “La nostra Bresaola- oserva Barbara Coppiello-, è prodotta con carne equina magra di prima scelta e lavorata con tutta l’attenzione e la sapienza di chi sa unire tradizione e nuove tecnologie di produzione. Tagli selezionati di cavallo che dopo la lavorazione sostano per circa un mese nelle efficienti stagionature dell’azienda. È così che viene assicurata una carne che merita il titolo di “eccellente” e solo dopo aver “dormito” per un mese le bresaole diventano un piacere per il palato.” Gli sfilacci di carne di cavallo rappresentano “la punta di diamante” della produzione di Giovanni Coppiello. Con arte e passione ha saputo unire un’antica ricetta del proprio paese con la conoscenza delle nuove tecnologie di preparazione. Per far scoprire così un piatto unico dai pregi infiniti: ottimo antipasto, o intingolo per condire paste bucate, oppure un prelibato secondo. https://www.coppiello.it/avete-mai-assaggiato-la-bresaola-equina LA PINSA ROMANA Un alimento moderno, dalle radici antiche Si tratta di una preparazione diventata famosa da poco tempo, ma che vanta origini antichissime. Risale niente meno che alle “mense” degli antichi romani, di cui parla Virgilio, dicendo che Enea, appena arrivato nel Lazio, fu costretto dalla fame a cibarsi delle mense. Queste erano dischi di pasta di pane non (o pochissimo) lievitato, che servivano, come piatto ai soldati al campo o anche, nel periodo imperiale, come vassoi per mangiare, distesi sul triclinio, particolarmente i cibi sugosi. Questi “piatti” venivano poi dati da mangiare agli schiavi. Col passare del tempo, queste mense vennero usate anche come “street food” per mangiare quando si era fuori casa e divennero sempre più lievitate e quindi adatte ad essere degustate, assieme ai cibi che vi si poneva sopra. Ancor oggi si riscontrano precise eredità gastronomiche a questi usi, non solo nella Pizza Napoletana e nella Pisa Romana, ma anche nelle Piadine Romagnole e le Tigelle in uso fra Modena e Bologna ed in tanti cibi tradizionali di quasi tutte le regioni d’Italia. Le caratteristiche che distinguono la Pinsa Romana dalla Pizza Napoletana, sono innanzi tutto le dimensioni più ridotte e la forma ad elisse della prima, che predilige l’uso di nuove farine e cereali, come il kamut, ma anche orzo, farro e miglio soia e riso, e l'aggiunta di erbe aromatiche selvatiche. La Pinsa prevede un apporto maggiore di acqua, e una percentuale più bassa di lievito, risultando così più digeribile e meno calorica, grazie anche alle lunghe lievitazioni (minimo 24 ore), all’alta idratazione dell'impasto (80% di acqua), al mix di farine, alla presenza di lievito madre, all'assenza di grasso animale ed all'impiego di una quantità limitata di olio. La morbidezza dell'interno della pinsa è frutto soprattutto della farina di riso, a cui spetta il compito di "fissare" l'acqua versata nell'impasto durante la cottura. Un cibo dunque dalle caratteristiche assai interessanti, che merita di essere degustato, assieme agli alimenti che la nostra fantasia ci suggerirà di porci sopra. | ||
Piazzale Mazzini mi fa venire in mente i giardini della Rotonda situati ai margini del centro storico, disposti a terrazzo a ridosso delle mura cinquecentesche e del Bastione della Gatta. Il giardino è così chiamato in quanto è stato progettato nell’area dove è stato costruito un monumentale serbatoio pensile dalla base a forma circolare, detto “Rotonda”. Il 30 giugno 2021 grazie all’Associazione Vox Artes APS, veniva presentato il progetto Spiazziamo: percorsi partecipati per la rigenerazione urbana e sociale di piazza Mazzini” . Annota Sara Busato ne La Piazza web : “Sarà la Patavina Srl ad occuparsi dei lavori di restauro, chiamata a realizzare piccole isole pedonali, restringere la piazza e fare una nuova pavimentazione. Il progetto ( costo di 500 mila euro) prevede la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra Viale della Rotonda e Piazzale Mazzini e la modifica del verso di percorrenza di alcuni tratti del Piazzale stesso al fine di pendere pedonale gli spazi di fronte alla Casa del Mutilato. L’idea è quella di creare quindi un collegamento pedonale tra i giardini pubblici di Piazzale Mazzini e quelli storici della Rotonda. ” Il presente progetto – illustra l’Arch. Marescotti – prevede la riorganizzazione della mobilità e la riqualificazione degli spazi adibiti ai giardini pubblici. In particolare è prevista la realizzazione di una rotatoria per agevolare le manovre verso i diversi tratti. In particolare il tratto nord diviene percorribile in uscita della nuova rotatoria verso il tratto di piazzale Mazzini, verso viale Codalunga; il tratto ad ovest della casa del mutilato sarà percorribile lungo ambo le direzioni ma solo per il traffico proveniente da via Vendramini o diretto a via Dalla Vedova; infine il tratto est della Casa del Mutilato sarà percorribile dalla rotatoria di via Giotto, attraverso il tratto che costeggia i giardini pubblici in ingresso alla nuova rotatoria La parte di strada davanti alla casa del mutilato non sarà più percorribile per l’allargamento degli spazi destinati al verde e per la realizzazione di una piazza in parte occupata dal percorso pedonale. All’interno del progetto sono stati individuati alcuni edifici rimarchevoli di valore – Casa del Mutilato, il pensionato Piaggi, Palazzo Maldura, la Chiesa del Carmine, l’edificio Liberty di via Giotto e giardini della Rotonda – da collegare al monumento del Mazzini in modo che quest’ultimo venga a trovarsi all’interno di una rosa dei venti disegnata a terra dai vialetti pedonali dei giardini ” Progettazione partecipata Durante le diverse fasi di progettazione sono state promosse alcune iniziative di partecipazione pubblica tali iniziative hanno consentito di raccogliere problematiche proposte idee per la visualizzazione dell’area Soddisfatto anche il Comitato ” Una piazza che vive è una piazza che non ha più degrado. E questo era uno dei limiti di P.zza Mazzini. Quello che il Comune ha progettato, é’ una strada vincente, cioè l’idea di rendere vivibile Piazza Mazzini. Una volta che sarà riqualificata la piazza, siamo convinti che anche il commercio riprenderà e gli studenti avranno una piazza dove incontrarsi. E’ un progetto che porterà un risultato positivo. Chiediamo comunque attenzione da parte del Comune al tema della viabilità. Chiediamo uno studio di soluzioni che non complichino ulteriormente la zona.” Oggi questi temi vengono ripresi per proporre una riflessione sul progetto Spiazziamo. Il racconto valorizzerà la conoscenza di Piazzale Mazzini e proporrà una sosta gustosa all’Antico Forno . | ||
Presidente dell’associazione fin da quell’epoca il giornalista padovano Renzo Lupatin, che vuole riproporre oggi, all’interno del percorso informativo di Borghi d’Europa, le tappe più signficative di ‘quella’ storia. Storia che ebbe inizio con un inserto importante nella rivista diretta da Luigi Veronelli, ‘Padova in cucina’. Le iniziative di informazione si collegano al progetto L’Europa delle scienze e della cultura, patrocinato dalla IAI – Iniziativa Adriatico Jonica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica. Si parte da ‘Padova in cucina’ con i temi sulla carne equina . Giovanni Coppiello : la Storia nelle storie, ricordando il primo ricettario sviluppato da Coppiello con la collaborazione del giornalista enogastronomo Bruno Sganga , coordinatore di tutte le iniziative editoriali di Luigi Veronelli. Da un altro tema caro a Veronelli , la guida delle buone cose, Borghi d’Europa prende lo spunto per realizzare un viaggio del gusto con l’Antico Forno. Le sei pasticcerie padovane del gruppo proporranno alcuni temi culturali della Città, nel corso di incontri stampa : in via dei Colli per collegare le dolci convinzioni veronelliane con la filosofia dell’Antico Forno ; in piazza Insurrezione per una riflessione sull’architetura razionalista del XX secolo ; in Piazza dei Signori per riflettere sulla vita delle piazze padovane e ricordare l’intervento di Borghi d’Europa al SottoSalone ; in piazza Mazzini per ‘raccontare’ il progetto di rigenerazione urbana Spiazziamo ; in via Altinate per ricostruire La Grande Guerra a Padova, con il Museo della Terza Armata ; a Santa Rita per conoscere la vita intensa di una Parrocchia irripetibile. Ma vi sarà anche il tempo per ricordare la nascita della rivista La Vaca Mora, sulle ferrovie dimenticate ( un ‘miracolo’ vero, di Renzo Lupatin) e la continuazione del percorso sull’architettura razionalista del XX secolo a Vigonza, con Borgo rurale, il complesso di Piazza Zanella progettato negli anni Trenta del secolo scorso dall’Architetto Quirino De Giorgio. |