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LaRecensione e' un blog creato appositamente per recensioni e articoli vari, che verranno fatti quando, come e dove ci andra'. Bez Buck <script type="text/javascript" src="http://static.ak.connect.facebook.com/js/api_lib/v0.4/FeatureLoader.js.php/it_IT"></script><script type="text/javascript">FB.init("e6fc59641273c21600ce616f0c567c25"</script><fb:fan profile_id="166063946688" stream="" connections="10" width="300"></fb:fan><div style="font-size:8px; padding-left:10px"><a href="http://www.facebook.com/pages/LaRecensione-Blog/166063946688">LaRecensione Blog su Facebook</a> </div> PER CONTATTI O SUGGERIMENTI VARI: larecensione@gmail.com |
Sono di pochi mesi fa le ultime news sui MARILYN MANSON, le quali riportano di una band che ha perso per strada due pezzi importanti come il tastierista MADONNA WAYNE GACY (co-fondatore assieme al Reverendo) e il bassista/chitarrista/produttore TIM SKOLD. Però pare che Mr. Brian Warner abbia deciso di fare le cose per bene richiamando a corte l’ex TWIGGY RAMIREZ (di ritorno dalle esperienze con A PERFECT CIRCLE e NINE INCH NAILS) al basso, l’ormai di casa CHRIS VRENNA (ex drummer dei NIN) alle tastiere e nientepopòdimeno che WES BORLAND (ex LIMP BIZKIT) alla chitarra (anche se per ora sembra che la collaborazione si limiterà al prossimo album in studio e relativo tour). Che dire, le premesse ci sono tutte, anche perché dopo HOLY WOOD la band, orfana dell’inventiva di RAMIREZ ha sfornato un paio d’album e un best of non esattamente brillanti, anche perché non ci si può reggere solo sull’immagine che il buon MARILYN si è sapientemente costruito in più di dieci anni di carriera. Orsù ragazzi, ora che vi siete ritrovati e siete tutti più grandicelli e ragionevoli è ora di dare un bel seguito a quel capolavoro che è ANTICHRIST SUPERSTAR! Bez |
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I JUSTICE sono essenzialmente due tamarri, gli piace esserlo e te lo fanno capire apertamente, però essendo francesi la tamarraggine si trasforma in glamour, probabilmente mi starebbero pure sul cazzo come persone, però quando tiri fuori un disco così non puoi fare altro che diventare un tamarro anche tu e metterti a ballare al ritmo di queste 12 tracce dalla ricetta semplice ma efficace: una chiara impronta Daft Punk, un amore smisurato per il funk (evidenziato da un basso slappato onnipresente veramente delizioso) e…art attack! Infatti † (o CROSS) si fa notare per un lavoro di taglia&incolla semplicemente allucinante, roba da labirintite (ascoltare per credere)! L’apertura è affidata a GENESIS, preceduta da un intro in pompa magna di corni fino all’attacco mozzafiato di slap e synth, LET THERE BE LIGHT serra ancor di più i ritmi, il già tormentone D.A.N.C.E. col suo coro di bambini (che tanto piace alle fighette che popolano i dancefloor) è il pezzo più debitore ai Daft Punk, NEW JACK è semplicemente folle, il pezzo che meglio ritrae questo album, zeppo di interferenze e silenzi che da soli danno dinamica alla canzone. Ed eccoci al cuore del disco, rappresentato da PHANTOM PT. 1 e PT.2, altri due pezzi molto coinvolgenti con tanto di archi disco nel finale; con VALENTINE scopriamo l’anima dolce del duo parigino, THE PARTY risulta un po’ scontata mentre DVNO presenta un bel cantato (lo stesso cantante di FACE TO FACE dei Daft Punk??), STRESS si evolve sempre più frenetica, WATERS OF NAZARETH è molto claustrofobica con un synth rabbioso e ritmiche al limite della schizofrenia in alcuni momenti, infine la conclusive ONE MINUTE TO MIDNIGHT resta su territori più tranquilli, come a calare il sipario su questi 50 minuti veramente ben spesi. Che dire, un plauso ai maestri DAFT PUNK, ma un sincero “Bravò!”, per dirla alla francese, agli allievi JUSTICE! Voto: 8 Bez |
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Quarto capitolo per la band lombarda capitanata da Olly, che affina la proposta ska-core presente in tutti i suoi album (ad eccezione dell’ultimo pur pregevole SIXTYNINE, il loro album più sperimentale). NOT SO HAPPY TO BE SAD è la quadratura del cerchio, quello che era stato espresso nei precendenti lavori qui è semplicemente perfetto, la produzione è ottima e fa risaltare ogni singolo strumento, le canzoni si giostrano senza affanno tra lo ska, il punk e il reggae, i testi sono sia in italiano che in inglese e il songwriting di Olly è a livelli ottimali, verrebbe da pensare al classico disco di debutto su major (anche se i nostri son sempre rimasti sotto Ammonia Records), mentre si tratta semplicemente della prova di maturità del sestetto nostrano e a dimostrazione di ciò parla la distribuzione fatta in tutta Europa e persino in Australia e Giappone. I pezzi filano via che è un piacere, tra le migliori ricordiamo l’iniziale WASHING MACHINE (pezzo tipicamente Shandon), la furiosa BETRAY dove Olly canta tutta la sua frustrazione per un tradimento subito, l’innocente EVOLUZIONE, LEGACY (dal sapore di night club americano anni ‘30), l’incrocio fra nostalgia e rassegnazione che è MY FRIENDS (il pezzo migliore del lotto a mio parere) e la conclusiva NOIR dove i nostri dipingono atmosfere decadenti per poi esplodere nel ritornello. In definitiva NOT SO HAPPY TO BE SAD è il Nevermind degli Shandon, il manifesto della loro proposta, affinata negli anni e maturata dal punto di vista sonoro e non a caso nel successivo SIXTYNINE Olly ha virato verso una formula più sperimentale, fino al progressivo distaccamento dei membri, in cerca di nuovi stimoli in svariati side-project (ricordiamo PUNX CREW e THE FIRE per Olly, i MELLONCEK per Andrea e il jazz per Walter) fino al recente scioglimento dopo due lustri di attività. Voto: 8 Prossimamente in arrivo la recensione del nuovo album degli Slipknot! Bez |
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Con: Naomi Watts, Tim Roth, Michael Pitt, Brady Corbet Funny Games esce in Italia come remake di sè stesso perchè ovviamente essendo noi una succursale di hollywood un film austriaco non può uscire se non in Remake americanizzato. Partendo dal presupposto che non ho visto il film originale mi attengo alle varie recensioni di chi l'ha visto ed indica il secondo film come praticamente uguale al primo in tutto e per tutto. Michael Haneke porta sullo schermo la violenza agli occhi solo del personaggio che guarda e praticamente mai agli occhi dello spettatore, inducendo lo spettatore solo a dedurre le modalità delle barbarie dei due giovani "angioletti", e giocando quindi con lo spettatore del film che si immagina tutt'altro appena si accinge a vederlo Emblematiche due parti della pellicola: la prima in cui Tim Roth (al solito grandissimo...scusate ma son di parte ndr) chiede ai due torturatori "perchè non ci uccidete subito?" e un sorprendente Michael Pitt risponde "sottovaluta l'importanza dello spettacolo", facendo così capire che gli atti che stanno compiendo non sono per loro ma per chi sta guardando il film; la seconda quando la moglie (Naomi Watts) pare dare una svolta alla storia del film con una fucilata che parrebbe liberatoria, ed è proprio in questa scena ci si accorge che Haneke tratta proprio il suo pubblico come i due aguzzini trattano le loro vittime...una sorta di gatto col topo (non a caso nel film i due aguzzini si chiamano più volte Tom & Jerry anche se non sono i loro veri nomi). A volte il film pare avere un ritmo troppo lento ma è quel che credo Haneke voglia fare per lasciare il pubblico a pensare a cosa è successo e cosa acora potrà succedere, gli attori recitano tutti molto bene, nessuno escluso. Onestamente è in bilico tra il piacere di chi crede di visionare un thriller violento e pieno di sangue e chi si aspetta il capolavoro, comunque sia il paragone con l'immenso ARANCIA MECCANICA a me sembra una misera trovata pubblicitaria e niente più nonostante questo film valga veramente un'occhiata clinica... VOTO: 7,5 BUCK |
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Prima di diventare il gioiello della Confraternita, un gruppo armato di giustizieri agli ordini del Fato, Weasley Gibson era un impiegato anonimo e ipocondriaco, vessato da una dirigente "abbondantemente" insopportabile e tradito dal migliore amico con la fidanzata petulante. Abbordato alla cassa di un drugstore da una donna killer tutta tatuaggi e pistole, Wes scopre che i suoi attacchi di panico nascondono poteri ultrasensoriali e capacità fisiche sbalorditive. Allenato dalla Confraternita a pugni in faccia e fendenti affilati, viene iniziato all'arte della vendetta "giusta": uccidere i "cattivi", nominati da un arcano telaio. La sua missione sarà quella di eliminare il superkiller che ha ucciso il padre mai conosciuto. Ma l'antica organizzazione di superassassini, che da secoli protegge l'umanità, annientando il Male e facendo il Bene, nasconde un segreto. Spetterà a Wes svelarlo, imparando a controllare il proprio destino. COMMENTO Un po' Fight Club nella caratterizzazione del protagonista, un po' Matrix negli inevitabili effetti speciali in slow motion e vagamente Minority Report nei contenuti, un film da vedere in compagnia quando non si ha voglia di pensare troppo ai contenuti ma si guarda solamente alle scene d'azione. Partendo dal presupposto che il film prende vita da una graphic novel è ben creato e con un buon ritmo che non lascia tempo alla noia. Forse la pecca del film è l'aver lasciato troppo in mano il film alla parte d'azione e d'effetti speciali tralasciando completamente, o quasi, il processo di scoperta di un mondo parallelo da parte del protagonista che affronta il cambio di vita in maniera forse troppo blanda. E da domani voglio imparare a girare i proiettili anch'io... VOTO:6 BUCK |
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Altro piccolo gioiello per chi se lo sa gustare, l'omonimo esordio dei DYB, quartetto speedcore padovano, è uno di quei dischi fulminanti, che lasciano a bocca aperta: senza esagerare credo sia il prodotto più violento, sboccato, incazzoso e anticlericale che abbia mai sentito...e vi assicuro che in certi momenti è una vera goduria! Musicalmente queste 13 tracce totalmente omogenee, nel senso che non ci si discosta dallo speedcore sopra citato, comunque ottimamente suonato, mentre la piacevole sorpresa sono stati i testi, tutt'altro che la solita accozzaglia di insulti e slogan che ci si potrebbe aspettare. Su tutte spiccano l'opener Tempesta Di Rabbia, la titletrack, la breve ma concisa PD, l'ottima Il Funerale (Di Gesù Bambino) ma soprattutto Il Papa Mannaro, una cavalcata hardcore da brividi fra anticlericalismo e mitologia nera! E mi raccomando occhio alla traccia fantasma! L'album è scaricabile gratuitamente QUI, quindi almeno un'ascoltatina gliela si può dare, anche se non è propriamente musica per le grandi masse Voto: 7,5 (10 per i testi!) Bez |
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Primo lavoro sotto l’etichetta “I Dischi Del Minollo” per i Greenhouse Effect. La prima cosa che si nota è una decisa maturazione del suono complessivo del gruppo, che mantiene sì la componente eterea degli esordi alternandola però con parti più abrasive ed energiche. Le canzoni in generale si basano appunto su questo contrasto tranquillo/forte senza ovviamente tralasciare le parti strumentali dove si nota un eccellente lavoro delle chitarre, ben supportate da una sezione ritmica solida e da tastiere mai banali. Non male le voci, peccato le parti cantate siano decisamente poche (critica assolutamente soggettiva peraltro)… MALE IN QUANTO TALE è un riff ipnotico di piano, basso e synth su cui interviene una voce abbastanza inquietante nel complesso, fino alla conclusione decisamente più distesa. COLORI ACCESI è un bel pezzo tranquillo, forse quello più “impegnativo” dal punto di vista della scrittura, con i 5 che disegnano veramente delle belle atmosfere. CASTORE vs POLLUCE parte distesa per poi intraprendere un crescendo che culmina in un finale più pestato AVENUE ha un riff lento, opprimente (o svarionante se preferite) su cui le chitarre fanno un po’ ciò che vogliono tra crescendo e riverberi vari. PARIGI è uno dei pezzi migliori, sempre con partenza “a rallentatore” per poi esplodere nel finale tra le urla di Berto e Lory. AL RISVEGLIO è il pezzo più lungo (quasi 12 minuti) e anche il più caleidoscopico del lotto, sempre in crescendo ma sembra non si decida mai ad esplodere fino alla fine dove i 5 pestano come pochi. Un brano veramente ben riuscito. [REPRISE] riprende appunto l’opener MALE IN QUANTO TALE con l’aggiunta di un piccolo svaso finale. In conclusione: un gran bel disco anche se si tratta solo di una manciata di pezzi che però ben definiscono il suono Greenhouse…come già detto le parti cantate a mio parere sono un po’ poche ma comunque “AL MIO RISVEGLIO” si fa ascoltare tutto d’un fiato senza particolari difficoltà. Disco assolutamente consigliato, abbinato magari ad un ascolto dal vivo, situazione in cui i Nostri meritano decisamente. VOTO: 7 Bez |