Giovedì, 21 Novembre 2024 bambolina's blog
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.:Titolo: MULERONEEEEEEEE
24/04/08 10:33

E stasera si scioppaaaaaaaaaaaaa
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26/11/07 19:05
Eccola eccola ci sn cascata ank'io alla fine....
www.myspace.com/bambolinaovvio

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15/11/07 16:37
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAa nn mi passa proprio 1 cazzo...
Sn in astinenza da festa e ormai sto dando i numeri!!!5918
Mi ghe dago!!!
Fa faaa...............fla!!!
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09/11/07 20:37
Sto impestando il blog di cagate....sapevo sarebbe finita così
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.:Titolo: BALLO PENSO
09/11/07 20:36

Il suono e il mio cuore vanno di pari passo. Un basso, un battito. Se il basso accelera il mio cuore pure. Apro gli occhi, non lo facevo da ore. C'è poca luce, tanto fumo e polvere nell’aria, accanto a me una piccola folla disordinata e vestita di scuro si muove a ritmo, balla. Davanti a noi un muro di casse, alte 2 metri e lunghe una ventina, distribuiscono musica tekno ad alto volume, la musica è spezzettata, veloce, ossessiva. Mi avvolge.

Sono dentro ad un capannone, in una fabbrica abbandonata. Accanto a me i miei amici ballano, anche loro ad occhi chiusi. Sono come automi. Alzo lo sguardo, il tetto è bucato e attraverso le fessure vedo che è già giorno. Abbasso lo sguardo, altrimenti sto male. Per terra c’è un misto di calcinacci, polvere e sabbia. Sono otto ore di fila che ballo, non sono stanco. Però devo staccarmi dalle casse, fare un passeggiata. Attraverso il capannone, c'è gente collassata ovunque. Non devo fare quella fine mi ripeto, non devo fare quella fine.

Esco, sono fuori dalla fabbrica. Vedo Mattia, mi avvicino. Ha lo sguardo lucido, spiritato. Mi ficca un cristallo di md in bocca, mi dice che è la mia colazione e che il mio viaggio non è finito. Ha ragione. Lo ingoio, continuo. La botta sale piano, mi sento come un mantello che mi avvolge il cervello. Vado verso il nostro furgoncino, fra un paio di ore si riparte. Dentro c'è Sandro che dorme, non regge mai nulla. Apre gli occhi e mi fa un cenno con la mano, mi sorride. Penso. Si continua, un altro teknival, altra autostrada, altra città, stessa musica, stesse sensazioni, bene. Penso, mentre la botta sale, penso. Un mese che viaggio alla ricerca di chi sa cosa, avrò dormito una decina di ore in tutto. Mi rendo conto che fisico e cervello stanno cedendo. Il viaggio post-laurea. La laurea in legge, come voleva papà. Ho un altro mese davanti, devo decidere che fare del mio futuro. Non ho mai pensato così tanto in vita mia. Non capisco se i miei pensieri sono sinceri, la chimica me li altera, devo decidere.

Ritorno dentro. Non ha senso stare in disparte, come una calamita il suono mi attira verso le casse. Torno alla mia postazione, accanto a me Liza e Pino, mi da sicurezza ballare in mezzo ai miei amici, mi sento protetto, sono i miei compagni di viaggio. Sono come loro, anzi no, sono uno di loro. La botta sale, chiudo gli occhi,torno a seguire i fili della musica e dei miei pensieri, in un mese avrò pensato quanto in tutta la mia vita.

La chimica e la musica, ottimi additivi per pensare.
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.:Titolo: COME DEPRIMERSI
09/11/07 20:27

Tutto questo tempo a chiedermi
Cos'è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così

Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare il sole sorgere

Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare
Il sole sorgere

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c'è un segreto
E' fare tutto come
Se vedessi solo il sole

Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole

E non
Qualcosa che non c'è


KE TRISTEZZA STA CANZONE
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09/11/07 19:07



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.:Titolo: RAVER PENSIERO
09/11/07 17:02

« Il nostro stato emotivo è l’estasi. Il nostro nutrimento è l’amore. La nostra dipendenza è la tecnologia. La nostra religione è la musica. La nostra moneta è la conoscenza. La nostra politica è nessuna. La nostra società è un’utopia che sappiamo non sarà mai. Potete odiarci. Potete ignorarci. Potete non capirci. Potete essere inconsapevoli della nostra esistenza. Possiamo solo sperare che non ci giudichiate, perché noi non vi giudicheremo mai. Non siamo criminali. Non siamo disillusi. Non siamo dipendenti dalla droga. Non siamo dei bambini inconsapevoli. Noi siamo un villaggio tribale, globale, di massa, che non dipende dalla legge fatta dall’uomo, dallo spazio e dal tempo stesso. Noi siamo un’unità. L’unità. Noi siamo stati plasmati dal suono. Da molto lontano, il temporalesco, echeggiante e smorzato battito era simile a quello del cuore di una madre che tranquillizza un bambino nel suo ventre di acciaio, calcestruzzo e fili elettrici. Noi siamo stati allevati in questo ventre, e qui, nel calore, nell’umidità e nell’oscurità di esso, siamo giunti ad accettare che siamo tutti uguali. Non solo per l’oscurità e per noi stessi, ma per la vera musica che batte dentro di noi e passa attraverso le nostre anime: siamo tutti uguali. E attorno ai 35Hz possiamo sentire la mano di un DIO sul nostro dorso, che ci spinge avanti, ci spinge a spingere noi stessi a rinforzare il nostro pensiero, il nostro corpo e il nostro spirito. Ci spinge a girarsi verso la persona vicino a noi per stringere le mani e sollevarle, condividendo la gioia incontrollabile che proviamo creando questo magico cerchio che può, almeno per una notte, proteggerci dagli orrori, dalle atrocità e dall’inquinamento del mondo che sta di fuori. È in questo preciso momento, con queste premesse, che ognuno di noi è veramente nato. Continuiamo ad ammassare i nostri corpi nei clubs, nei depositi e negli edifici che voi avete abbandonato e lasciato senza alcuna ragione, e gli riportiamo vita per una notte. Una vita forte, deflagrante, che pulsa, nella sua più pura, più intensa, nella più edonistica forma. In questi spazi improvvisati, noi cerchiamo di liberarci dal peso dell’incertezza di un futuro che voi non siete stati capaci di stabilizzare e assicurarci. Noi cerchiamo di abbandonare le nostre inibizioni, e liberarci dalle manette e dalle restrizioni che avete messo in noi per la pace del vostro pensiero. Noi cerchiamo di riscrivere il programma che avete cercato di indottrinarci sin dal primo momento che siamo nati. Programma che ci dice di cibarci dal brillante cucchiaio d’argento col quale tentate di nutrirci, anziché lasciare che ci nutriamo da soli, con le nostre stesse mani capaci. Programma che ci dice anche di chiudere le nostre menti, invece di aprirle. Fino a quando il sole sorgerà per bruciare i nostri occhi rivelando la realtà del mondo che avete creato per noi, noi balleremo fieramente con i nostri fratelli e sorelle, celebrando la nostra vita, la nostra cultura, e i valori in cui più crediamo: pace, amore, libertà, tolleranza, unità, armonia, espressione, responsabilità e rispetto. Il nostro nemico è l’ignoranza. La nostra arma l’informazione. Il nostro crimine è violare e sfidare qualsiasi legge che voi sentite aver bisogno di utilizzare per porre fine all’atto di celebrare la nostra esistenza. Ma ricordate che mentre potete fermare un qualsiasi party, in una qualsiasi notte, in un qualsiasi città, in una qualsiasi nazione o continente di questo magnifico pianeta, non riuscirete mai spegnere il party intero. Non avete accesso a questo interruttore, non importa quello che pensate. La musica non si fermerà mai. Il battito del cuore non si spegnerà mai. Il party non finirà mai. Sono un raver, e questo è il mio manifesto. »
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